È di alcuni giorni fa un articolo de Il sole 24 ore, intitolato “La casa tiene il valore se di qualità”, che analizza la diversa percezione che abbiamo delle nostre abitazioni ora che siamo costretti, nostro malgrado, a viverle a tempo pieno.
Prima del lockdown la maggior parte di noi viveva la casa come “punto d’appoggio”, come mero luogo per dormire, per farsi una doccia e per cenare, forse, un paio di volte la settimana. Ora le abitazioni stanno subendo una pressione massima poiché il nostro tempo è vissuto completamente in casa: la vita privata, la vita lavorativa, la vita sociale.
Ed il giocattolo si è rotto, gli spazi sono diventati insufficienti, ci stiamo accorgendo che non abbiamo studiato le stanze in modo adeguato per poter adempiere a più funzioni, non ci ritroviamo con un’illuminazione corretta nei diversi momenti della giornata, e ci manca tremendamente uno spazio all’aperto.
Ebbene, la quarantena sta avendo l’ingrato merito di mettere in evidenza i difetti delle abitazioni. Da un lato le criticità materiali, quelle legate alla struttura della casa: dimensione, illuminazione naturale, taglio distributivo, mancanza di un terrazzo o di un secondo bagno che volevamo sempre fare ma che abbiamo sempre rimandato, etc.; dall’altro le criticità di progettazione, dovute ai nostri interventi: materiali utilizzati che non ci convincono più, colori disarmonici, arredi sbagliati nel posizionamento, nell’utilizzo e nello stile, punti luce errati o insufficienti.
Sulle criticità materiali è più difficile intervenire, o meglio, potremmo intervenire modificando il layout distributivo ma non potremmo mai aggiungere un terrazzo o una finestra che non c’è. E qui si aprirebbe il capitolo su come cambieranno i criteri di acquisto delle case future, perché è evidente che valuteremo con molta più attenzione una serie di parametri che probabilmente avevamo trascurato.
Sulle criticità di progettazione, invece – e per progettazione intendiamo come le case sono pensate nel loro utilizzo spaziale, come sono arredate, come sono illuminate artificialmente, e come sono ragionate da un punto di vista stilistico e funzionale – qui sì vi sono amplissimi margini di intervento.
Molte persone, non appena possibile, effettueranno dei cambiamenti nelle abitazioni – alcune di queste ci hanno già chiesto un parere – e molte persone, che stavano cercando casa prima che tutto si fermasse, modificheranno i criteri di ricerca.
Il mondo è cambiato e difficilmente tornerà come prima in tempi brevi. La conseguenza logica sarà trovare la chiave giusta per vivere bene in un nuovo scenario che vedrà la casa protagonista indiscussa. Forse avremo meno risorse, in assoluto, ma spenderemo meno per molte cose: beni effimeri, viaggi, moda. E concentreremo maggiormente le nostre risorse su quei beni duraturi legati al nostro star bene quotidiano.
Pensando al benessere domestico, individuiamo 4 aree di valutazione che vi suggeriamo di tener presenti:
1. dimensione e organizzazione dello spazio
2. illuminazione naturale e aerazione
3. spazi aperti (terrazzi) e spazi comuni (cortili, giardini)
4. materiali, arredi e complementi (luci comprese)
È facile pensare a tutto? No, non è facile, ma potete sempre contattarci!
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